Il colle è la mia prospettiva. Le colline non sono mai le stesse, come le attività di chi studia e scrive. Dall'alto lo sguardo spazia e aiuta la fantasia, la ricerca; guardare aiuta a pensare, a mettere insieme le idee, quelle che fanno scrivere per sé o per far leggere agli altri ciò che si produce.

venerdì 19 agosto 2022

Conegliano. Solidarietà alle forze dell'ordine

Non è la prima volta che Conegliano si ritrova ad essere teatro di azioni violente o inconsulte messe in atto da personaggi diversi, da criminali veri e propri come da balordi, goliardi di pessimo gusto o giovani sbandati.

Tutto questo non deve consolarci, ma va tenuto conto che la nostra città è la seconda della provincia, ha sul proprio territorio la stazione ferroviaria e dei pullman, l'ospedale, le scuole e una quantità di servizi: è un dato di fatto che in una società complessa come quella attuale insieme alle grandi opportunità si fanno strada anche comportamenti negativi.

Non possiamo pensare di tornare "al buon tempo andato" (ammesso che sia mai esistito), né di rinchiuderci in un impossibile splendido isolamento.

Rifiuto però categoricamente la narrazione secondo la quale l'ordine pubblico è la prima (se non unica) questione da affrontare a Conegliano. Siamo seri! 

Quanto accaduto nei giorni scorsi è grave, gravissimo e i colpevoli vanno puniti. 

Compito della politica e del Consiglio comunale credo sia quello della solidarietà alle forze dell'ordine, dell'attenzione continua a quanto avviene sul territorio, del dimostrare unità di intenti per cercare tutti insieme di arginare gli episodi di violenza e attivare, ancora tutti insieme, quelle azioni di prevenzione necessarie per togliere la patina di inviolabilità e forza che pochi sconsiderati si autoconsegnano per attrarre altri giovani.

Facile? Certamente no, ma non è con l'appello a immaginari coprifuoco né con gli urli, le dichiarazioni scomposte, la facile propaganda che si fanno gli interessi della città, di quanti qui vivono, lavorano, studiano e cercano magari di mettere in piedi attività culturali, di svago e di divertimento.

Isabella Gianelloni

giovedì 27 gennaio 2022

27 gennaio, la memoria costruita ogni giorno

 












Il 27 gennaio è di solito un giorno freddo, il luogo dove Conegliano ha inserito la lapide a ricordo della comunità ebraica è certamente gelido. Forte il senso di disagio che si prova nello stare lì, in piedi, durante la deposizione della corona e l'ascolto delle parole pronunciate da bambini e autorità.

Ogni anno penso al freddo che dovettero sopportare tutti quelli che nei lager furono davvero: il freddo della natura, quello acuito dalle sofferenze e dal dolore, quello, immenso, dell'atrocità subita, della cappa scesa sull'Europa.

Ogni donna o uomo di buona volontà oggi si sente in dovere di ricordare in qualche modo quella pagina di storia con immagini, parole, voci, scolaresche che ogni anno, grazie ai loro docenti (sempre poco ringraziati a dire il vero) parlano, dicono, cantano, recitano.

1923: esce La coscienza di Zeno di Italo Svevo, che morirà di lì a 5 anni. Lui, triestino, aveva vissuto un'altra tragedia, aveva perfino cambiato cittadinanza dopo la pace di Versailles. Per la sua generazione la Grande Guerra doveva parere già abbastanza, eppure non bastò: vent'anni dopo la pace l'Europa era già in guerra, di nuovo, preparando armi peggiori, tragedie inimmaginabili, ingiustizie tanto grandi che non basterà il resto della storia per cancellarle.

Come spesso accade gli intellettuali colgono prima i segnali, si interrogano anche se non hanno risposte certe, ci consegnano il frutto del loro pensiero.

Un brivido e un silenzio assoluto hanno accompagnato, l'altro giorno, la lettura delle ultime righe della Coscienza di Zeno in classe, nella mia quinta.

Io leggevo e loro ascoltavano, muti e assorti. Alla fine mi hanno guardata, c'è voluto un po' perché si sciogliesse il gelo che era calato, poi sono partiti i commenti, unanimi.

Quello più importante, anche in giornate come quella di oggi, riguarda la forza e la debolezza dell'uomo, la sua capacità di produrre catastrofi per poi dimenticarsene, come fanno i bimbi quando abbandonano un giocattolo che non serve più.

Credo, una volta di più, che vada colta ogni occasione per far crescere nei nostri ragazzi non solo, sacrosanto, il ricordo dell'abominio di Auschwitz e di quella tragedia immane, ma la capacità di costruirsi una memoria che non li colga impreparati davanti al mondo che li circonda.




martedì 11 gennaio 2022

Un chiostro di libri e di idee

Siamo in tanti a essere contenti: dopo tanti, troppi anni la prospettiva di una vera Biblioteca per Conegliano non è più una chimera.

I cinque milioni stanziati dallo Stato come progetto di rigenerazione urbana aiuteranno la nostra città, e una zona particolarmente amata e vissuta come quella di San Martino, ad assumere una veste nuova, più giusta, più degna del nostro nome e del ruolo che dobbiamo avere.

Abbiamo sempre detto che una vera biblioteca cittadina deve stare in centro, che deve essere un polo culturale a disposizione di tutti, facilmente raggiungibile, anche quando qualcuno sosteneva che perfino l'Auditorium "Dina Orsi" si trova nel centro della città...

Il Partito Democratico e gli alleati in Consiglio comunale ci hanno sempre creduto; nel corso degli anni (basta scorrere le notizie in rete) non si contano gli articoli, i comunicati stampa, le prese di posizione, le interpellanze e gli interventi nelle sedute consiliari da parte nostra.

Siamo contenti, convinti di avere una parte di merito nella scelta di andare avanti col progetto, dando atto all'Amministrazione comunale di averci creduto.

Ora speriamo che i lavori proseguano il più celermente possibile, non vediamo l'ora di vederne la fine e poter regalare a tutti uno spazio di studio e confronto.

Direi però, in attesa di scegliere il nome più adatto a cui intitolarla e visto il luogo in cui la biblioteca sorgerà, di abbandonare il nome "ex caserma" per richiamare invece la storia, lunga e complessa di un sito fondamentale per la storia di Conegliano.

Chiamiamola "Ex convento dei Domenicani", testimonianza della presenza, qui nella nostra città, dei due ordini predicatori nati tanti secoli fa in una comunità da sempre viva, pullulante di vita e aperta alle novità.

Io, nel mio piccolo, sogno che i due ex conventi, quello di San Francesco e questo di San Domenico, si parlino, dando vita a un confronto continuo foriero di crescita culturale, ideale e morale (perché no?) di Conegliano.


martedì 23 novembre 2021

25 novembre, proposte per Conegliano

Il contatore delle violenze e dei femminicidi purtroppo non accenna a fermarsi, se possibile la pandemia ha aggravato la situazione di tante donne (e assai spesso dei loro figli) vittime di situazioni intollerabili nelle famiglie, dentro le mura di casa.

Parlarne è importante, celebrare la giornata altrettanto, ma credo che la cosa migliore da fare sia porre in atto iniziative concrete.

Nascoste dietro le porte di casa anche Conegliano conta situazioni davvero complicate, con rischi altissimi e la paura che attanaglia troppe donne, colpevoli soltanto di essere tali, ovvero donne.

In qualità di Presidente del Consiglio Comunale ho ritenuto giusto scrivere una lettera ai colleghi consiglieri, al Sindaco e agli Assessori interessati affinché l'intera città si senta partecipe di progetti che puntino a rendere Conegliano più sicura, anche per le donne e dentro le case.

Ritengo fondamentale progettare anche qui un Centro Anti Violenza, come a Vittorio Veneto; 

fare il punto della situazione con le Forze dell'ordine; 

creare una vera e propria rete attiva che metta insieme le risorse degli Uffici dei Servizi Sociali, l'ULSS, le Associazioni di volontariato;

attivare progetti educativi con modalità innovative per tutte le fasce di età, in tutte le scuole, per creare cittadini e cittadine migliori e più attenti, magari con l'ausilio della Fondazione di Comunità, che in questo campo ha già avuto esperienze positive.

Ho proposto anche di modificare al più presto il regolamento della Commissione Pari Opportunità per renderla più snella ed efficiente e arrivare entro poco alla sua nomina e farla lavorare a favore della nostra Comunità.

Sarebbe bello poter annunciare, il 25 novembre 2022, che Conegliano si pone all'avanguardia per la sicurezza delle donne e dei bambini, con progetti concreti avviati e visibili a tutti.

venerdì 5 novembre 2021

Torno a prendere la parola #conegliano #consigliocomunale


Se dovessimo valutare le nostre idee o posizioni in base ai commenti sui social il rischio di crisi schizofreniche sarebbe ovviamente elevatissimo, quindi lasciamo perdere.

Non ho rilasciato dichiarazioni pubbliche da settimane proprio per evitare di dare ulteriore fiato alle polemiche quotidiane, alle presunte verginità politiche, alle fantasiose dignità di questo o quello.

Nella vita in generale e in politica soprattutto succede di non essere d'accordo su piccole o grandi questioni, dal mio punto di vista risulta più utile guardare più in là.

Fine della premessa.

Ieri sera il nuovo Consiglio Comunale mi ha eletta come sua Presidente e vi assicuro che nonostante il fiume di inchiostro delle ultime settimane sono emozionata e commossa. 

Come detto ieri il primo ringraziamento va a quelle 332 persone (più una, anch'io mi sono votata...) che hanno scritto il mio nome sulla scheda elettorale consegnandomi un risultato che non mi aspettavo e che da un lato mi inorgoglisce ma dall'altro mi carica di responsabilità.

Il secondo grazie va al mio Partito, al circolo di Conegliano e anche alla Segreteria Provinciale che hanno scorto in tutta questa vicenda la possibilità di tentare una strada nuova, che non era e non è scontata visto che nessuno ha la palla di vetro per vedere il futuro: occorre provare a capire se si può costruire qualcosa di nuovo. 

Tutto certo e sicuro? Ovviamente no, ma spesso i piccoli passi contengono significati profondi.

Il terzo grazie va certamente a Fabio Chies e ai suoi alleati, avversari politici da sempre, che hanno appoggiato l'idea che la Presidenza del Consiglio Comunale andasse per la prima volta a una donna, per di più del PD e, ancora di più, con radici ed esperienza politica a sinistra.

Magari (e per una volta mi perdonerete questa digressione), nel mio caso, proprio a prescindere dallo schieramento storico, hanno contato l'esperienza, il mio amore viscerale per Conegliano e per le istituzioni democratiche.

Nei prossimi giorni cercherò di "prendere le misure" dell'incarico che sono chiamata a ricoprire e che mi impegno a svolgere nel modo migliore secondo le mie capacità.

Il Consiglio Comunale è il massimo organo politico e di indirizzo di un Comune: intendo ridargli centralità, soprattutto grazie alla collaborazione di tutti i gruppi, dei singoli consiglieri, degli uffici comunali, del Sindaco e della sua Giunta.

Grazie a tutti e buon lavoro: Conegliano deve riprendersi il ruolo che le è proprio, crediamoci insieme.


Foto da La Tribuna di Treviso




giovedì 14 ottobre 2021

Chiedo la parola

Avrei preferito che Francesca Di Gaspero vincesse al primo turno oppure che, in seconda ipotesi, andasse a ballottaggio? Talmente ovvia la risposta che non varrebbe nemmeno la pena di scriverla: chiaro che sì.

È andata in un altro modo e ora, in quanto cittadini, siamo di fronte a una scelta.

In questi ultimi giorni, nelle riunioni susseguitesi ho affermato più volte che la prima lista, il primo partito della città non possono fare finta di niente, non possono scegliere di starsene orgogliosamente seduti sulla cima dell'Aventino e osservare con distacco ciò che accade.

Ora mi prendo la libertà di dire pubblicamente la mia, si intende nel rispetto delle opinioni diverse.

Da donna di sinistra quale sono ho letto degli appoggi diretti di Giorgia Meloni e Matteo Salvini al candidato Garbellotto e, se non ricordo male, lo stesso si è dichiarato orgoglioso di quelle dichiarazioni, abbiamo sentito tutti l'esordio con sceriffi e manager, come se una città fosse una contea del Kentucky o un'azienda. 

Uno dice, in campagna elettorale si cercano voti un po' ovunque, però poi si fa fatica a far finta di nulla.

Il Presidente Zaia è stato sicuramente il "supporter" più influente al riguardo, spesso andando oltre il ruolo istituzionale che gli spetta, addirittura, in una escalation di dichiarazioni, si è parlato di improbabili capoluoghi di Provincia (ricordo di aver scritto che non abbiamo bisogno di poltronifici), annessioni con San Vendemiano (?), qua e là si è affermato che una Sinistra Piave del tutto in mano leghista permetterebbe maggiori finanziamenti, eccetera.

Quest'ultima mi pare l'affermazione più grave: credevo che fossero progetti, proposte a contare là dove si decide; credo che i sindaci debbano confrontarsi fra loro e collaborare in nome dell'intero territorio, a partire da sanità, trasporti, viabilità…

Non conosco personalmente Piero Garbellotto, ma devo dire che avrei preferito sentire da parte sua un certo distacco da parole e persone (i fatti nazionali degli ultimissimi giorni tra l'altro parlano da sé), dichiarazioni più in linea con ciò che, secondo me e molti altri, rappresenta il bene per Conegliano.

Ad appoggiarlo ci sono anche diverse persone che stimo, alcuni amici, ma questo non mi impedisce di pensare in modo diverso.

Improvviso innamoramento per Fabio Chies? Non scherziamo. Molto più semplicemente preferisco una parte moderata a una più spostata a destra, una persona più disponibile al confronto. 

Dal canto mio, visto che siederò in Consiglio Comunale, nulla mi impedirà di affermare ciò che penso, di essere contraria a proposte e delibere che non condivido, di lavorare, come e più di prima con l'unico obiettivo il bene di Conegliano, a partire, ancora una volta, dai bisogni dei più deboli e dalla valorizzazione del nostro grande patrimonio.

Per questi motivi domenica mi recherò alle urne e voterò per Fabio Chies.

Isabella Gianelloni


mercoledì 29 settembre 2021

E quindi che si fa? @garbellotto @chies

Oggi ho ricevuto la lettera di una signora anziana, nostra concittadina. È disabile, fa molta fatica a muoversi e ha chiesto al Comune di poter usufruire del servizio dei pasti a domicilio.

Mi ha scritto che da qualche tempo a questa parte il servizio è stato demandato direttamente alla ditta che confeziona i pasti, i cui dipendenti, ovviamente, sono pagati e formati per portare il cibo e nient'altro.

La signora non si lamenta della qualità, che a questo punto è il problema minore, ma che da mesi nessuno le chieda come sta, se va tutto bene.

Vi pare poco? No, in realtà è quasi tutto: chi è solo ha bisogno come il pane di una parola di conforto, di sentirsi parte di una comunità che si occupa anche dei più fragili. E gli anziani, oltre a tutto anche disabili, sono in assoluto i più deboli.

Cosa vogliamo fare? Per un sindaco-imprenditore che bada solo all'avanzo di bilancio quella signora è un  numero come un altro, anzi un costo, chi ha amministrato fino ad ora ha pensato, in fondo, la stessa cosa. 

Invece no, lo ribadisco ancora una volta: una città è prima di tutto una comunità: in centro come nei quartieri più periferici nessuno deve sentirsi abbandonato, lasciato solo.

Da consigliere comunale ho ricevuto spesso richieste di aiuto, sollecitazioni, segnalazioni e, in virtù della carica che ricoprivo, ho prima di tutto verificato come stessero le cose con gli uffici preposti. Io stessa, da insegnante e da cittadina, ho segnalato e chiesto chiarimenti per alcune situazioni.

Questo deve fare un amministratore: se governa impegnarsi per una grande opera di inclusione, condivisione, miglioramento dei servizi a favore della popolazione, se sta all'opposizione non smettere mai di stare, comunque, al servizio delle persone.

Soprattutto nell'ambito sociale la parola d'ordine deve essere sempre questa: nessuno deve essere lasciato solo.

Cara signora, le risponderò via lettera, con la sua stessa modalità, e se sarò eletta, da consigliere, mi impegnerò ancora perché né lei né nessun altro venga più lasciato solo.

Conegliano può, da ottobre